L’intervento di persone formate all’utilizzo del defibrillatore e allo svolgimento di una corretta RCP aumenta sensibilmente le probabilità di sopravvivenza della vittima:
Un arresto cardiaco si verifica quando una disfunzione elettrica del cuore causa un immediato arresto del battito.
I sintomi dell’arresto cardiaco si manifestano improvvisamente.
Una vittima di arresto cardiaco collassa e perde conoscenza. Le vittime non hanno battito cardiaco e faticano a respirare o non riescono a respirare affatto. Senza cure, la morte può avvenire in pochi minuti.
Le vittime dovrebbero essere collegate prima possibile ad un defibrillatore semi-automatico esterno (DAE).
Un DAE può analizzare il ritmo del cuore di una persona, in modo sa determinare se sia necessaria una scarica elettrica per defibrillare il cuore.
Alcuni ritmi non sono defibrillabili, ma in ogni caso, il soccorritore dovrebbe effettuare una rianimazione cardiopolmonare (RCP).
Cosa fare in questi casi?
Un infarto si verifica quando il flusso di sangue nei vasi che nutrono il cuore (coronarie) è ostacolato da un’ostruzione.
I sintomi dell’infarto possono essere vari: alcune volte può avvenire all’improvviso, altre volte può iniziare lentamente e continuare per ore, giorni o settimane.
Tra i sintomi si possono includere dolore o fastidio al petto, alla schiena o alla mandibola, respiro affannoso, sudore freddo e/o nausea e vomito.
A differenza dell’arresto cardiaco, il cuore solitamente non smette di battere.
Se la coronaria non si sblocca rapidamente, la sezione del cuore non ossigenata dal sangue inizia a morire.
Più tempo una persona rimane senza cure, maggiore sarà il danno.
Cosa fare in questi casi?
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